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Visualizzazione dei post da settembre, 2008

Quello strano bruco...

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  Mi ha portato Enrica alcune foto digitali scattate nel sottobosco (quel poco che ne resta) dell'area ex-agraria, al confine sud-orientale del Parco. Si tratta di un variopinto bruco (una larva di farfalla) del quale Enrica acrebbe gradito qualche informazione dettagliata. L'occasione è buona per coinvolgere   Marco Cuconati , naturalista ed esperto di entomologia che ha volentieri accettato di mettere a disposizione dei lettori le sue competenze in materia. Di seguito, la sua diagnosi sul misterioso bruco, del quale pubblico nella galleria fotografica (animali) tutte le foto di Enrica: "Direi al 99,9% che si tratta di un bruco di   Hyloicus pinastri   L. (sfinge del pino). E' uno Sfingide (es. la Sfinge testa di morto appartiene alla stessa famiglia), famiglia caratterizzata da bruchi spesso grandi che portano posteriormente una piccola appendice a forma di corno. Il nome deriva dall'attitudine di alcuni bruchi di immobilizzarsi assumendo una posizione tipica con...

Parlando di mammiferi

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  Sulle specie di mammiferi presenti nel Parco le informazioni disponibili sono scarse e frammentarie. I nostri abituali contatti con i rappresentanti di questa classe sono pochi: minilepri (che hanno conosciuto una recente esplosione demografica), scoiattoli (sempre più facile incontrarli, e per fortuna non si hanno segnalazioni della specie americana, potenziale minaccia per il nostro scoiattolo rosso), qualche riccio e, la sera, qualche pipistrello. Di alcuni – volpe, mustelidi, per fare degli esempi -esistono solo sporadiche segnalazioni. Ignoti ai più, a causa di abitudini crepuscolari o notturne, di un comportamento schivo e di dimensioni ridotte, esiste nel parco un nutrito drappello di piccoli mammiferi (topolini, crocidure, toporagni, arvicole, ghiri, talpe, …) la cui esistenza si manifesta a noi solo attraverso le tracce che lasciano: resti di alimentazione, escrementi, tane, accumuli di terra. L’attività di studio di questi animali si basa sull’analisi delle tracce, sull...

Di come i soldi potrebbero essere meglio spesi...

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  Ieri, 6 settembre, ho dedicato un paio d’ore, nel primo pomeriggio, ad un giro nel Parco, nella zone dell’ex-facoltà di Agraria. Abbiamo già avuto modo di commentare i profondi cambiamenti dell’area a causa dei lavori di “riqualificazione”. Non era stato però affrontato il tema, a me particolarmente caro, dello spreco di risorse economiche causato dalla scelta di alberare con giovani ippocastani la direttrice che va dalla nuova entrata di Villasanta al ponte delle catene, in nome ripristino filologico dell’area (ovvero, riproporre esattamente il disegno originale del Parco). Già ai tempi degli interventi (si era alla fine degli anni ’90) gli ippocastani subivano, in Italia come nel resto d’Europa, l’attacco di parassiti minatori degli apparati fogliari, che causavano il precoce disseccamento delle foglie e l’arresto dei processi di crescita delle piante. Una malattia causata da un piccolo lepidottero di origine balcanica, la Cameraria ohridella, privo di predatori naturali e, qui...