In cronaca nera
Il Parco in cronaca nera
Il recente episodio di cronaca nera che ha avuto per scenario il nostro
Parco fa discutere e riflettere su un argomento di sicura importanza. La
sicurezza: problematica molto in voga, anche se, direi, non poco
enfatizzata, detto in ogni caso nel più totale rispetto per chi è
vittima di reati. E' il Parco di Monza luogo sicuro? Direi di sì, stando
soprattutto ai dati. Gli episodi di cronaca nera all'interno del
perimetro della mura sono davvero pochi. Se andiamo poi a cercare
qualche numero su quello che possiamo considerare come il reato più
grave, ovvero l'omicidio, abbiamo solo un caso negli ultimi 40-50 anni.
Si trattò di un delitto passionale che ebbe per scenario uno dei
parcheggi del Parco.
Ma veniamo al problema citato. Se il Parco è luogo sicuro, ciò non
significa che si debba sottovalutare la questione. Come fare? In primo
luogo, mi sembra assurdo farne una responsabilità di associazioni - ci
metto anche noi del Comitato Parco - che non hanno competenze nel merito
e che si battono per un recupero di uno dei nostri più importanti
tesori. Allo stesso modo, il Consorzio non ha propriamente tra i suoi
compiti la gestione di problematiche che spettano, appunto alle forze
dell'ordine. Sicuramente, si dovrebbe spingere per avere a disposizione
una pattuglia (vuoi della Locale vuoi dei Carabinieri) in servizio sulle
strade del Parco. Esisterebbe un distaccamento dei Carabinieri, ma si
tratta di un corpo di rappresentanza (a cavallo): una integrazione dei
loro compiti volta a farne presidio contro delitti e affini non sarebbe
male. Già, in parte, capita che lo facciano.
Esiste poi un altro aspetto, in tema di sicurezza, che non va
dimenticato e che è più nelle corde del Consorzio gestore. Si tratta
della piena riqualificazione di tutto il complesso. Un luogo degradato
diviene più facilmente sede di comportamenti oltre la legge. Lo sanno
bene a Central Park, dove il controllo poliziesco sulla criminalità
venne affiancato da un serio e completo lavoro di recupero dell'intero
complesso. Come Comitato per il Parco, abbiamo avuto modo, anni fa, di
portare qui a Monza proprio Tim Marshall, architetto responsabile del
progetto di recupero del parco newyorchese. Parco che se la vedeva male,
visto che nei tempi bui si registrava da quelle parti un omicidio al
giorno. Tim ci ha raccontato dell'intero processo di recupero di Central
Park: sottolineando come la riqualificazione abbia giocato un ruolo
decisivo nel rendere tutto il sito luogo gradevole e meta adatta a
trascorrere qualche ora serena.
In un percorso di recupero del nostro Parco, l'organizzazione di grandi
eventi, leggi concerti da 100mila persone, risulta scelta poco
azzeccata. Da qui la richiesta, come associazioni, di spostare la sede
del concerto sul paddock, che si trova a poche decine di metri dalla
Gerascia, prato che ha ancora bisogno di significative operazioni di
recupero dopo i disastri legati ai vari Ligabue e compagnia, appunto,
cantante.
Commenti
Posta un commento