Lo stagno delle sorprese
Nel Parco di Monza c’è uno stagno che attira l’attenzione di tutti coloro che amano la natura e l’ambiente, una piccola zona umida in cui si proteggono gli anfibi che qui si riproducono e trovano il loro habitat ideale!
Una interessante visita guidata ha fatto scoprire ai partecipanti le caratteristiche di questo habitat. Quando una guida è brava e appassionata, il risultato positivo è garantito! Da questo punto di vista la dottoressa Tagliaferri ha soddisfatto ogni aspettativa!
Ciò che colpisce a prima vista è la sorprendente flora acquatica che caratterizza lo stagno; la tifa lo ricopre pressochè interamente. Questa pianta, chiamata anche giunco o canna palustre, arriva ad essere alta anche due metri e mezzo. Cresce normalmente lungo le sponde dei fiumi ed è comune anche nelle acque stagnanti. La sua presenza appariscente segnala immediatamente la presenza di una zona umida.
Appena si arriva c’è l’accoglienza di un originale concerto: il gracidare delle rane verdi rivela immediatamente la loro presenza. Trattasi di specie relativamente comune, anche se in diminuzione, e quindi il suo stabilirsi nello stagno è estremamente importante. Sono facilmente visibili e si lasciano osservare immobili nell’acqua o in movimento mentre nuotano.
La vera chicca è però il rospo smeraldino! Anfibio di dimensioni relativamente piccole- l’adulto non supera i dieci centimetri ma, normalmente, si attesta attorno ai sette- ha un colore variabile che può andare dal bianco al marrone con macchie verde smeraldo. Durante la nostra visita non abbiamo avuto la fortuna di vederlo ma la sua presenza nello stagno è accertata.
Come tutti gli anfibi va rigorosamente protetto in quanto svolge un ruolo prezioso nell’ecosistema!
Nel nostro affascinante stagno è presente anche il rospo comune, decisamente più grande dello smeraldino, conduce vita prevalentemente notturna, mentre di giorno sta accuratamente nascosto. Ultima sorpresa: la nostra guida ci dice di aver sentito anche il richiamo della raganella, splendido anfibio, decisamente non comune e di piccole dimensioni, la cui presenza è da accertare.
Infine gli insetti con la presenza di damigella e libellula: molto simili fra loro ma la prima è più piccola e snella; della damigella il sottoscritto non conosceva l’esistenza.
Mentre la visita si svolge transitano un gran numero di persone: alcune si fermano ad osservare lo stagno in cerca di rane, altre sostano per un po' ad ascoltare, altre ancora procedono in fretta.
Visita molto interessante per scoprire un piccolo gioiello! Un grazie alla nostra brillante guida e a tutti i partecipanti che, con domande ed osservazioni, hanno animato l’incontro!
Edo Melzi
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